Esplorando il mondo su quattro ruote: Sara Bertagnolli e Luca Sguazzini ci raccontano cosa vuol dire vivere e lavorare on the road.
Sara Bertagnolli e Luca Sguazzini, la prima coppia di avventurieri su Youtube, ci raccontano come hanno trasformato la loro passione in lavoro. Dal 2017, sul loro canale Youtube condividono “il bello ed il brutto” delle loro avventure, facendo ammirare posti magnifici, ma non dimenticando mai le difficoltà che comporta un viaggio on the road. La costanza e la persistenza hanno permesso loro di farsi strada nella piattaforma, mostrandoci come sia possibile viaggiare anche con un budget limitato.
Vi chiederei subito di raccontarci un po’ di voi e da dove siete partiti per questa avventura meravigliosa e per questo progetto, su Youtube, che insieme avete creato che è “Leave Everything And Wonder”.
S: Noi siamo partiti dall’Italia nel 2017, con l’idea di condividere la nostra esperienza. L’idea iniziale era quella di prendere un visto lavorativo per il Canada e poi visitarlo per qualche mese. Non siamo partiti con l’idea di percorrere tutta la parte americana, dall’Alaska all’Argentina. L’unica idea iniziale era appunto quella “molliamo tutto, facciamo un canale Youtube”, e poi da lì il progetto si è evoluto fino ad oggi.
Come avete dovuto affrontare il blocco dovuto alla pandemia? Poi come avete ripreso?
L: In realtà non ci siamo mai fermati, perché comunque abbiamo continuato a fare video e non abbiamo mai mollato il lavoro. Siamo rimasti bloccati due mesi in Argentina per riuscire poi a tornare in Italia, infatti il nostro camper è ancora bloccato là. Una volta tornati abbiamo dovuto cambiare i contenuti del nostro canale perchè impossibilitati a viaggiare, a spostarci. Anche se tra la prima e la seconda ondata siamo riusciti ad esplorare l’Italia con un minivan.
S: Poi essendo viaggiatori comunque, ad un certo punto, impari anche ad adattarti alle situazioni. Ti trovi bloccato in un paese comunque straniero dove non sai più assolutamente cosa farai, cosa ti inventerai. E invece, siamo riusciti comunque a creare dei contenuti diversi. Siamo stati, nella fortuna, lungimiranti e ci siamo creati una professione che, a prescindere dal posto in cui ti trovi e come ti trovi, ti permette di lavorare.
Parlando di adattamento, immagino che all’inizio ci siano cose che possano porre in difficoltà. Quali sono gli aspetti complessi del vostro stile di vita, del vostro lavoro?
S: Comincio col dirti che ci teniamo sempre a sottolineare che il viaggiare non è andare in vacanza, sono due cose completamente diverse. Quello che vediamo su alcuni social media, come Instagram, sono più dei canali di facciata. Noi abbiamo scelto fin da subito Youtube perché appunto era il canale che ci permetteva di essere più reali, quindi di condividere il bello, ma anche il brutto. Chiaro, gli aspetti positivi sono quelli che tu ogni giorno vedi qualcosa di nuovo. Però le difficoltà ci sono: sulla strada sei esposto, cambi continuamente paese e di conseguenza anche la cultura e le leggi, la connessione internet non è sempre reperibile. Noi trasmettiamo anche questo. Non perché vogliamo scoraggiare le persone, ma perchè chi ci guarda deve avere una visione reale di quello che succede perchè questo è il viaggio.
Quando avete scelto di intraprendere questa vita, era un progetto che avevate in mente entrambi già prima di incontrarvi oppure l’avete scelto insieme? C’è stato uno dei due che ha trascinato l’altro per lanciarsi nel progetto?
L: Io sono cresciuto viaggiando. I miei genitori si sono sposati, hanno lasciato l’Italia e per oltre 20 anni hanno girato il mondo. Quando, come famiglia, siamo rientrati in Italia io non sono riuscito più a fermarmi. Ho avuto una fortuna pazzesca ad incontrare Sara nella mia vita. Insieme abbiamo unito le nostre passioni e fatto sì che questa avventura fosse possibile. Più incontriamo gente, più viaggiamo e più ci rendiamo conto quanto sia difficile riuscire a fare delle imprese del genere con qualcuno. Quindi, è stata una cosa che all’inizio ho spinto io, ma poi abbiamo assolutamente deciso insieme.
Qual è stata la situazione più pericolosa che vi siete trovati davanti?
S: Io mi ricordo due occasioni dove ho veramente avuto paura. La prima volta in Messico. Ci siamo fermati di notte ,con il camper, in questa spiaggia e ad un certo punto vediamo la polizia arrivare. C’avevano detto “Guardate ragazzi che 50% è veramente la polizia, 50% potrebbe essere qualche malintenzionato”. Ed in due secondi ci troviamo due persone, uno dalla mia parte ed uno dalla parte di Luca, con le pistole puntate. Alla fine erano dei poliziotti, ci chiedevano solo di spostarci. E la seconda volta in Perù. Ci sono entrati nel camper e c’hanno rubato tutta l’attrezzatura, quindi anche lì ci siamo trovati in una situazione di difficoltà. Quindi questi due sono gli episodi più paurosi. Però, se soppesati con esperienze positive, vince l’esperienza positiva su quelle negative.
A proposito di esperienze positive invece, qual è il posto più bello che avete visto?
S: Più che i luoghi, ci sono rimaste le persone. Riscontrare il fatto che le persone ti vogliano aiutare a prescindere da un qualcosa. Noi entrambi veniamo da delle realtà lavorative,prima di questa scelta, dove “Io ti faccio il favore, se tu mi fai un favore”. Mentre sulla strada a volte, a prescindere da chi fossimo, da dove venissimo, hai bisogno, non hai bisogno, c’ha aperto le porte di casa come se fossimo famiglia e c’ha trattato come dei figli, come dei fratelli.
Com’è stato abbandonare la vostra precedente carriera lavorativa, per iniziare qualcosa di completamente nuovo?
S: Noi abbiamo scelto di cambiare. Non siamo stati costretti a cambiare , e questo fa tantissima differenza. Il messaggio fondamentale era ispirare le persone a cambiare se in quel momento la tua vita sta andando in una direzione che non ti è più affine. Infatti in uno dei nostri primi trailer su Youtube dicevamo “Il lusso più grande è quello di poter scegliere”. Ci vuole coraggio devi avere quella spinta, quel lancio nel vuoto che ti cambia la vita. Inizialmente, soprattutto per me è stato difficile vivere in un camper. Senza comfort, senza bagno, senza doccia. Iniziamo completamente e facciamo anche dei lavori per tirar su i soldi che ti permettono poi di viaggiare. E quindi si, inizialmente è stato sicuramente un po’ difficoltoso e scioccante, però poi è andato tutto liscio. Dopo i primi mesi ci siamo abituati.
In altri paesi la gente è più libera di cambiare percorso o di fare delle scelte di vita fuori dal comune, pur partendo da situazioni cosiddette “di successo”. Solo che molto spesso, soprattutto qua in Italia, il successo è basato sui soldi. In altri paesi non devi fare gli straordinari per dimostrare che vali qualcosa.
Vi siete ritrovati ad abbandonare molta “materialità”: sapere che si può vivere benissimo anche senza tutti questi oggetti non necessari, che noi abbiamo normalmente. Ci sono altre cose che hanno cambiato il modo di vedere il mondo intorno a voi?
L: Quando ho conosciuto Sara, lei era abituata nella sua azienda a gestire tantissime persone e per farsi rispettare nel mondo del lavoro bisogna essere molto duri,a volte. Mi ricordo che viaggiando, non riusciva a credere quando la gente voleva aiutarci solo per il gusto di aiutarci o di poter passare del tempo con noi. Questo le ha fatto cambiare il punto di vista sulle persone.
S: Sicuramente siamo cambiati, la visuale c’è cambiata su: il rapporto con le persone, il come passare il tempo, che non tutto è come ti viene detto e insegnato, quindi che ti puoi creare il tuo percorso nella vita, che non ci sono dei tempi prestabiliti e che si possono superare tantissime difficoltà.
L: E poi, come dicevi prima, essere minimalisti è qualcosa di pazzesco. Ti rendi conto che meno hai più hai tempo e energie da dedicare ad esperienze, per poter andare in giro.
S: La libertà di svegliarti la mattina, non pensare a quello che metti. Sei più libero quando viaggi, perché hai meno e sei concentrato su altre cose.
Quando avete iniziato, il mondo di Youtube era già particolarmente ricco di contenuti. Voi come siete riusciti a differenziarvi ? Invece, come avete mantenuto la vostra identità rispetto a quelli che poi sono arrivati dopo?
L: Unendo le nostre esperienze e poi decidendo di fare qualcosa di nuovo. Prima di di fare questo progetto abbiamo studiato molto la piattaforma: YouTube. Vedendo l’offerta dei vari canali, abbiamo deciso di farlo come italiani ma con contenuti in inglese,per distinguerci.
Poi noi cerchiamo sempre di essere estremamente reali, mentre su altre piattaforme si tende a far vedere il bello cercando di cancellare tutti i difetti e farli quasi scomparire nascondendoli.
S: Fin dall’inizio, avendo scelto l’inglese ed essendo una lingua che non avevamo studiato più di tanto, è stato difficile e tuttora facciamo degli errori. Però è importante provare a buttarsi in qualcosa in cui non hai la sicurezza. Il nostro target era principalmente il pubblico americano, che aveva una reazione maggiormente positiva, di supporto. Quindi abbiamo deciso di andare in quella direzione. E non è stato facile, perché noi per più di due anni non abbiamo monetizzato. Siamo stati persistenti e costanti.